Senza Radici non Si Vola

un libro di Bertold Ulsamer

Senza radici non si vola… Senza radici non si vola… Senza radici non si vola.

 

Il titolo di questo libro ha risuonato per giorni nella mia testa mentre portavo avanti la lettura di Riconoscere ciò che è di Bert Hellinger. Senza radici non si vola…

Ciò che mi turbava è che in una meditazione, qualche mese prima, mentre portavo avanti le mie ricerche sulle Costellazioni Familiari, ho sentito la forza dei miei genitori che mi sostenevano come delle ali: quella della branca paterna un poco fiacca, trasparente – devo lavorare ancora di più su questo aspetto; quella della branca materna forte, colorata, come se ognuna delle persone della mia famiglia fosse una delle piume, parte della struttura di quell’ala.

Alla fine della meditazione, nel corso dei giorni seguenti per essere più preciso, ho iniziato a volitare. Avevo due ali. Forti.

Lo so che alle mie spalle ci sono loro due. Così come sono.

Questo libro rafforza ancora di più questo concetto. Bertold Ulsamer usa nel tessuto del suo libro esperienze fatte nell’arco dei suoi seminari e anche quelle di molti colleghi di lavoro. Brani scelti su misura per incorniciare le idee di Hellinger. E a volte, perché no, condividere le esperienze e le parole dello stesso. Il libro finisce con un piccolo manuale per iniziare la ricerca sulla storia della famiglia.

Un capitolo pieno di domande pertinenti allo storico familiare che ci portano a rivedere tutto ciò che sappiamo sulle nostre radici. Un invito ad iniziare un percorso mirato alla crescita personale. Ad un incontro profondo con sé stessi.

Quella lettura ha suscitato dentro di me movimenti profondi. Domande e ragionamenti nell’arco della tessitura del libro mi hanno portato a rivisitare momenti della mia vita attuale.

I figli sono fedeli ai propri genitori ripetendone il destino o le disavventure in maniera qualche volta analoga. Ed è per questo che raramente, o quasi mai, essi oseranno condurre una vita complessivamente più piena e felice della loro. Se un figlio avesse una vita più felice di quella del padre o della madre, gli sembrerebbe di tradirli.

In questo brano mi identifico molto con la mia situazione attuale. Ad esempio: Il nascondere i miei momenti di gioia(evitando i social media), il rapporto conflittuale con i soldi, la mancanza della capacità di risparmiare, il non avere una casa propria alla mia età (aspetto molto importante in Brasile), la sessualità soppressa e allo stesso tempo vissuta in un modo diverso da quello sperato, lo stare lontano dalla mia famiglia, la difficoltà in mantenere un rapporto sano con se stessi, le dipendenze (o inclinazioni). Sono aspetti che mi fanno sentire molto vicino a loro. E allo stesso tempo sento di voler starne lontano.

 

Dopo il nostro ultimo incontro (con i miei genitori) ho messo in atto dentro di me un movimento verso l’accettazione di quello che loro sono e rappresentano. Mi fa male ancora vedere da lontano le scelte loro e sapere che non posso intervenire attivamente sulle loro vite. Non sono grande abbastanza. questo esercizio mi ha aiutato a prendere (in questo caso) il mio posto come figlio. Sto capendo pian piano che ho solo una vita per fare a modo mio: la mia di vita.

 

Sono queste le motivazioni che mi portano, ogni volta che mi allontano dalle costellazioni, a riavvicinarmi. Piano. A volte anche dolorante. perché non dire dolente anche. Con tempi lunghi. A trovare me stesso. E mettendo in pratica le Regole dell’Amore.

 

Un abbraccio al tuo cuore…

 

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